Ekklesia è conosciuto come un villaggio modello per la sua capacità di svilupparsi dalle motivazioni interiori, che poi servivano di aiuto nei rapporti con l’estero. Il segreto di come condurre la sua propria crescita era nascosto nella personalità di tre fratelli particolari, che portavano con sé i valori costituenti della gente.
«Riuscire» era il più grande. Un ragazzo eccezionale sempre ammirato da tutti perché quello si proponeva fare era certezza di trionfo. Non c’era nulla che lui desiderava che poi non diventasse realtà. Ma proprio perché riusciva a ottenere tutto quello che voleva, era un po’ meno ammirato dalla gente del villaggio. Nessuno si trovava nelle stesse condizioni, talenti, perfezioni, che quel ragazzo proponeva con la sua vita.
Due anni più giovani, «Volere» raggiungeva i suoi scopi non con eccezionalità ma impegno, decisione e coraggio. Guardando le sue esperienze precedenti egli sentiva la sicurezza e certezza di che ogni passo da fare era l’ovvia conseguenza delle spinte interiori e del farsi portare avanti dalla sua grande sete di verità. Il suo carattere era molto ammirato dai suoi concittadini. Lui non guardava mai il risultato, ma la metodologia e si buttava con tutto il cuore a fare ciò che doveva fare.
Però è stato «Poter», il fratello più giovane, quello che ha sempre suscitato curiosità agli abitanti del piccolo Ekklesia. Un tipo meno “attivo” come i fratelli maggiori, lui era però sempre disposto a fare bene ogni cosa che qualcuno li chiedeva o che lui stesso si proponeva raramente di fare. Come «Volere» egli preferiva dedicarsi di più alla metodologia che il raggiungimento delle sue azioni, cercando di restare in un atteggiamento di apertura al nuovo per scoprire delle realtà che non facevano parte dei suoi schemi precedenti.
Il rapporto tra i tre fratelli è sempre stato speciale e per gli abitanti di Ekklesia traduceva un po’ la voglia che ognuno sentiva di far coesistere caratteri e progetti di vita diversi, per il raggiungimento di una felicità comune.