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Il costo della fedeltà

Il mio sposalizio con Te

è promessa che mi costa il sangue

quel’innamoramento stravolgente se ne è andato

ed ora ti trovo in un amore nuovo, maturato.

Quel rapporto di sol sentimento.

Non c’è più, ormai è spento,

e rimane un triste vuoto dentro.

Ma come il divino Sabato

che smette per far spazio alla co-creazione

Mi ritrovo più unito

a quel silenzioso grido

che è kerigma di una nuova relazione

Sorge ormai dall’ombra un misterioso volto scatologico.

Che oltrepassa il mio essere umano, che soffre

E Ti tocco nel nulla, solo, abbandonato.

In questo costruttivo e mortificato atteggiamento,

accade il doloroso partorire di una “nuova vita”,

attesa con incessante angoscia

e che ora si fa visibile, Luce

e che espresso in un privilegiato lamento.

Ferita dell’altro

Mi ferisci tu, oh diverso!

Potrei giustificarmi in prosa oppure verso!

mi fai sempre tanto male,

costringimi a dare,

e poi mi spacchi il cuore.

Soffro

E trovo in te, paradossalmente,

il senso della mia vita,

sei condizione vera ad un amore «agapico»

mi ferisci, mi fai male ed è strano

non sei me, ma comunque ti amo.

Vero

Perché non alter ego

Vero

Perché altro che Eros

Vero

Perché non mi protegge, immunitas

Mi ferisci tu, oh diverso!

Ma so che non è davvero la tua colpa!

Un Dio che è scienza

Non sono mai riuscito a credere  che un giorno avrei conosciuto Dio nella scienza, con lo  studio. Però, mi sentivo [come lo sono sempre culturalmente] spinto a buttarmi e fidarmi da quel misterioso cammino (sfida) che mi si apriva.

Tuffandomi nella realtà razionale tra il continuo scontro tra metafisica e scienza, ho potuto conoscere un personaggio che ha chiuso quella che considero la triade degli illuminati della storia dell’umanità *: Galileo Galilei.

E quello che poi, mi stupiva era che, quanto più guardavo Galileo, la scienza e la concezione di uomo attraverso essa, più paradossalmente contemplavo  Dio e mi meravigliavo: con la sua metodologia ci invita liberamente a riconoscerLo nella natura (esperienze sensibili) e poi testimoniarLo (necessarie dimostrazioni).

Il divino, dopo il mio incontro con Galilei, non è più una realtà metafisica personale, che si esaurisce in ciò che “io credo”, ma «è» nella misura in cui si rinnova in me, nel movimento dialogico di “riconoscimento” e “testimonianza”.

Ho scoperto che la visione galileiana dell’universo che mette in moto il protagonismo esistenziale dell’uomo ed ha illuminato l’umanità post medioevale, ci permette oggi di guardare il mondo ampiamente. Il nostro errore, certamente, è assolutizzare la dimensione scientifica, unidimensionale e dimenticarci la nostra molteplicità non quantificabile.

 

*Aristotele, Paolo di Tarso e Galileo Galilei

Comunità: custode dell’Amore

community

Una delle cose che le esperienze e i rapporti mi hanno fatto capire è l’importanza di credere nell’amore. Sentimento/realtà da scoprire, coltivare, finché diventi reciproco (non in quantità, ma disposizione).

È bello amare ed essere amato (in un rapporto di coppia) e quando ci si riesce a raggiunge la dimensione trinitaria in cui ogni “kenosi” trasforma quel mistero in realtà nuova, inedita, l’amore non è solo “cibo quotidiano” di questa relazione, ma riesce anche a raggiungere la comunità.

La mia nuova scoperta è che il ruolo della comunità non è relativo nel processo di “costruzione” di un amore “a due” IN DIO. Perché esso riesca a crescere nella intrinseca dinamica di “morte e risurrezione” è imprescindibile che l’amore sia reciproco anche in ambito esterno, con la comunità.

Non basta il bello sentimento tra due innamorati! Esso non è capace di mantenersi se non oltrepassa il limite della coppia. Senza la comunità, l’amore umano muore.

Però, quello che rende l’amore inesauribile è che anzitutto esso rispetta la libertà e la coscienza di ogni individuo, nel rapporto e della comunità.

Certamente è importante il movimento di apertura della coppia verso la comunità, ma se la comunità non prende sul serio il cammino che l’altro vuole intraprendere, se non lo valorizza e sostiene, questa reciprocità non avviene.

Il futuro della felicità personale e della vita comunità dipende tanto di questo amore reciproco e la responsabilità da entrambi parti porterà alle conseguenze negative o positive di questo futuro all’umanità.

Fraterna allegria

Ti cerco e non ti trovo fraterna allegria

Ma so che tu ci sei

Nel germogliare delle prime margherite primaverile

Nell’alba e nel tramonto quotidiano

Nello sguardo e nel sorriso dell’amore amato

Ci sei perché amore evento

Presenza incommensurabile

Realtà che non passa

Perciò voglio imparare a riconoscerti

Mettermi nella disciplina giornaliere dell’ascolto

Per poi contemplarti

Mi arrendo alla Tua persecuzione

Mi inabisso e ancora, paradossalmente, non ti trovo.

Ma so che tu ci sei.

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