Category: In italiano Page 20 of 33

Amarti è un tuffo profondo

grazie1

Amarti è un tuffo profondo quasi incredibile
ed è bello vederLo concretizzare pure ciò che sembrava impossibile
Averti con me è avere un spiegazione speciale
Che si deve credere, cercare e vivere con l’anima questo fantastico ideale

Si! Amare dipende soprattuto della disposizione
e credere che dietro tutto c’è nascosta una gran missione
Di far fruttificare e crescere di un modo profondo
ed in somma, capire che così siamo i più felici del mondo

Tocca a me cantare questa canzone d’amore
ed è bello accorgermi che riesco a farne senza timore
Ma certo che tutto è colpa della piccola rosa
che mi ha aiutato a far poesia invece prosa

Grazie di alzarmi il sole che mi riscalda l’anima
e pure ringrazio d’aver voluto mantenere la calma
con te l’alba e tramonto è tutto che aspetto
perché al suo fianco sono sempre assai contento

Lui è sparito

dioSono rimasto ore ed ore con me stesso, cercando di capire dov’ è DIO.
Soprattutto perché Lui era con me qualche paio d’anni fa.
Perdevo tempo affinché non mi sono accorto prima dov’ero Io
coscienti che mi sono allontanato da Quel che avevo vicino là

Ma Dio… pure vedendomi disperato, perso
non si muoveva, era lì, dentro del bello tabernacolo
Il tempo vola e nessuno ancora mi ha preso
Il tempo passa e non riesco a trovarmi com’ero bravo.

Sparito, sì, Lui è sparito dal mio debole cuore
e così, pure si cerco d’amare,
Non sento più quel indescrivibile amore

Sparito, sì, ma dicono che sono stato io ad allontanarmi
e così, pure si non riesco ad amare
So, benissimo, che la sua misericordia è un dono imisurabile

Ma chi salverà il Focolare

semana mundo unido.LOGOOFICIALIn uno dei congressi avvenuti a Roma, con la presenza di Chiara Lubich, la chiederono cosa sarebbe del Movimento dopo la sua morte.

Sono passati pochi anni dopo la risposta “Vi lascerò una gran quantità di materiali, ma non toccare il bambino” ed ora ci troviamo proprio in questo status di “orfani di madre” (scusatemi l’espressione).

Dopo il periodo di grazie post partenza di Chiara, in cui abbiamo potuto contemplare un ritorno in massa di tanti “spariti” dei momenti di diaspora Gen, comune nelle più diverse regioni, mi sembra che adesso comincia il momento di ripensare il nostro ruolo come giovani, nella costruzione e soprattuto nella manutenzione della vita – Gen – Focolari che abbiamo ricevuto dalla nostra fondatrice.

Chiacchierando con un’interna, sposata, ex Gen e sentendo molto di cui aveva vissuto le generazioni Gen precedenti (non troppo come i nostri volontari e popi…rsrsrs) mi sono accorto che qualcosa davvero non va bene.

In tanti regioni, e dico con lo sguardo specifico sulla mia São Paulo, viviamo, ora, un momento magico di attività al largo con i giovani, nostri amici (tante volte che non sono religiosi ma tutti sedenti di progetti sociali) e con la Chiesa locale. Però, questa spinta che va al di là, bisogna ritornare con la stessa forza, come un bumerang.

Qual’è la nostra preoccupazioni con i Focolari?

In quella chiacchierata con la ex Gen ne ho sentito dire che i Gen non visitano più i Focolari. Vanno li soltanto nei giorni di incontri, ma è sempre un passaggio in fretta. (Almeno con me è così)

Però, e tutti quelli che hanno fatto la Scuola Gen lo sanno, il Focolare è il cuore di GiM. Senza il focolare non c’è Opera di Maria e, in conseguenza, i Gen.

Si, la nostra vita è di continua e impegnativa donazione, abbiamo tanto da fare, specialmente all’interno dell’Opera, ma abbiamo bisogno d’avere nel cuore la necessità di costruire un rapporto stretto con i focolarini, per il bene ed il futuro del Movimento.

Abbiamo bisogno di assumere la nostra parte della responsabilità di costruire il GiM che sostenerà l’Opera post periodo carismatico.

Non cambia nulla restare ad aspettare l’iniziativa dei Popi, neppure l’ormai famoso “sentirsi bene per amare”. Il figlio è anche nostro!

Allora, sarà possibili continuare certi di che GiM sta a salvo, in quello stesso Focolare, “Lare di Fuoco”, da dove siamo stati generati.

Tornare a casa

6230259444_098de90eb2_z

Tornare è imparare soprattuto a non guardare indietro
Certamente non è mica una cosa automatica,
Ci vuole coraggio, ci vuole specialmente FEDE
In quello stesso Dio che ci ha messo nel pasticcio d’andar via
E che ora è qua, dall’altra parte, aspettandoci con le bracce aperte

Tornare è capire che si devi lasciar tutto
Certamente non è mica una cosa facile
Ci vuole distacco, ci vuole specialmente saper perdere
Fidarsi di quello stesso Dio, che ci è apparso tante volte nell’Abbandono
E che ora è qua, dall’altra parte, tenendo su la nostra pesante croce

Ma, tornare è anche ritrovare se stesso
E rivedere da dove siamo venuti
Abbracciare i parenti, gli amici
È festeggiare la Vita vera e non il finto Cielo

E cosi si riscopre che l’amore è dippiù una sfida
Il vero scopo di quelli immersi nel mondo
E si capisce che è tutto bello, anche le sconfitte
Perché qui si può vivere un’amore profondo.

Il ragazzo ed il suo amico invisibile – Prima parte

1227617864027_f

C’era una volta un ragazzo abbastanza strano da cui nessuno sapeva molto. Quel che dicevano è che aveva un amico invisibile e l’ho avevano trovato alcune volte a chiacchierare con lui.

Il ragazzo che aveva l’amico invisibile non aveva mai pensato troppo su di se, ma l’età che man mano arrivava lo spingeva a pensieri nuovi e la mancanza concreta di risposte sembrava, ogni tanto, che ne lo farebbero diventare ancora più matto.

Ecco, un giorno, in uno di quei pomeriggi in cui il sole vuol litigare con la luna per rimanere nel cielo blu, il ragazzino si è messo a chiacchierare nuovamente col suo amico.

Lui non riusciva a capire perché aveva alle volte dei pensieri così cattivi su di se, sulle persone, il mondo… non sapeva da dove venivano. Quel che Lui dopo ha raccontato, è una storia, che vi metto quaggiù:

C’era una volta un uomo molto generoso. Aveva tanto soldi, forse tutto nel mondo era suo. Ma, in uno dei suoi terreni c’era una piantagione di rose molto belle… Un giorno, correndo sulle terre, un bambino che non sapeva di queste rose, è caduto e si è fatto male nelle spine delle rose… piangeva molto e si è arrabbiato con la situazione… Dopo che è stato curato, è andato dal dono del terreno e li ha chiesto come mai aveva di quelle piante con spine.

L’uomo, molto tranquillo li ha detto che quelle erano i fiori più belle del mondo… ma che, mentre crescevano, non ci si poteva immaginare, perché gli spine nascondevano le rose che arriverebbero dopo il tempo.

Il ragazzino, molto curioso, è tornato dopo alcune mesi ed ha visto quei bellissimi fiori… non aveva mai visto qualcosa uguale ed ha capito l’importanza della pazienza… perché dietro le cose apparentemente cattive, si nascondono veri tesori, ma c’è bisogno d’imparare ad aspettare.

Questa storia è stata uno dei momenti più forti della vita del ragazzo, frutto dal bel rapporto costruito con il suo amico invisibile.

Aveva capito l’importanza di aspettare le stagione affinché possa accadere le grandi trasformazione…

Page 20 of 33

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén