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L’artista


Quel pezzo di carta bianca era lì perché ci facesse l’atteso disegno.

Penne colorati fra le dita ed ecco: Iniziava un tempo infinito affinché fossi stato fatto il disegno più bello possibile.

Le infinite colori, gli assessori, potrebbero esserci usati dai migliori modi riusciti. Però, il tempo è passato e si è lasciata l’opportunità di colorare mentre ci si metteva a incorniciare i limiti del disegno.

Ci si perdeva tempo a costruire ostacoli per la creatività con quei traci che non permettevano movimenti dal di dentro o fuori della carta.

Alla fine ci si guardava il disegno e e non si vedeva proprio nulla. Il centro era vuoto e nei lati, forti, c’erano quei marchi senza senso.

Quando l’artista provava ricordare i disegni fatti prima, non riusciva a valorizzare quella pseud’arte. Nel suo officio ne aveva i più belli… colorati, complessi, pure semplici… ma almeno si aveva provato fare qualcosa.

Allora, è stato necessario buttar via quel disegno per ricominciarlo, oppure per pensare in un altro tipo di manifestazione artistica…

Penne colorati in mano

Carta bianca

(…) ?

La Scelta

Non voglio restare seduto, poggiandomi in una media felicità

Abbiamo una vita sola, questo si è l’ùnica verità

E se guardo indietro e mi accorgo che Il Rapporto è possibile

Non so se vale sostenere un amore del Mondo Incredibile
Qui ci sono scelte difficili e passi che vanno ancora oltre

Qui ci vuole coraggio di stare solo, d’accetare la morte

Ma certamente mi manca ancora la certezza che è l’unica cosa giusta

Voglio soltanto essere felici e sentire dall’amore il vero gusto.
Felicità non si sa mai da dove e come arriva

C’è questa spinta dentro che mi fa ricordare il bello d’essere amato prima

Pure senza sapere bene cosa fare, provare ragionare

Mi sembra quasi impossibile l’amore “che viene e che va ” non paragonare
Resto a parlare a bassa voce con Te

Credendo che dentro di me ci sono tutte le risposte

Resto ad amare, senza sosta, per capire bene

Perché alla fine sia rimasto un amore che sù mi ritiene

Il segreto della principessa

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C’era una volta una bellissima principessa. Non aveva dei belli tacchi come la Cenerentola, ma la pelle sembrava davvero la Bianca Neve.

Nel suo paese il freddo dell’inverno era paradosso alla sua presenza, che trasmetteva forte caldo ai cuori di chiunque la trovava.

La principessa non era conosciuta soltanto perché era una giovani bella, ma perché aveva un gran cuore e il desiderio di che tutti i regni della terra potessero essere uniti in un solo. Non… non era una scusa per concentrare potere, ma la voglia di stare tutti insieme.

Gli anni passarono e man mano cresceva, si era accorta che la vanità e la sete di potere non permetevono che il suo sogno si realizzasse e così è diventata giù. Perché non cresceva la sete d’amore, il senso di fraternità, la voglia di un Mondo unito?

Questa risposta nessuna ha mai dato, ma, sempre che si era accorta di che era una impresa difficile e aveva la voglia de mollare, si ricordava di tanti rapporti edificati in Dio e che mettevano per terra le differenze, le difficoltà di scambiare anime.

Ciò diventava sempre luce nei momenti di profondo buio esistenziali, era il suo grande segreto e l’aiutava a capire che l’amore era possibile, ma che prima doveva credere profondamente in Lui e nella Sua presenza fra i fratelli.

Omaggio alla migliore amica Flavia Ganarin che ha compiuto anni ieri

2006/2009 – Ricordare per continuare a crescere

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3 anni fa, nel gennaio, 2006, 450 giovani da tutte le regione del Brasile si sono incontrati per cercare un modo di confrontare le difficoltà in vivere da Gen nel mondo e sopratutto scoprire le nuove alternative per donare Dio.

 

La dinamica di quel momento è stata di grandi dubbi concettuali sull’essere gen oppure Gioventù Nuova ed anche gli ostacoli che c’erano di concretizzare le attività fra la parte femminile e maschile del Movimento.

Anche la mancanza di attività e il poco compromesso ci portavano a tanti riflessioni, però che scontrava direttamente con la vita del Movimento Gen nelle regioni.

Però, all’apice dell’incontro, è immersa la problematica dei rapporti fra le generazioni, che ha puntato verso una grande comunioni da cui i giovani e gli adulti si sono messi d’accordo di sforzarsi a vicenda per entrare in profondità nel dialogo e con l’obbiettivo che, dall’unità stabilita, potessi nascere un nuova cultura, costruita con i bagagli delle generazioni precedenti, senza dimenticare la ricchezza che i giovani possono portare.

Da quel momento in poi è cominciata una nova tappa nella vita dei giovani del Movimento. Il protagonismo è tornato al centro e i focolarini si sono aperti per affidarsi dalla voglia dei Gen di costruire il mondo unito.

Allora, tutto è cambiato. Sono nate attività, è cresciuto il dialogo ed entrambi hanno riflettuto direttamente nella crescita del numero di giovani che volevano vivere l’Ideale.

Tre anni sono passati e nuovamente i rappresentanti mondiale dei GPMU sono tornati in Brasile. Adesso, 200 giovani hanno potuto riscoprire il valore di donare ciò che ricevano.

É stata la prima volta che siamo arrivati ad un incontro senza una “grande crisi esistenziale”, perché abbiamo capito che la nostra parte nella costruzione dell’Opera doveva essere assunta.

Quindi l’esperienza è cambiata. La grande novità è stata capire che non posiamo contentarci con le attività che stiamo facendo, perché c´’è ancora il mondo unito da conquistare.

I sentimenti quando siamo arrivati all’incontri del 2006 e 2009 sono stati diversi, ma la gioia di capire che il mondo unito dipende soltanto di noi, è stata risentita.

Siamo soli

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Siamo soli
E non è soltanto un pensiero pessimista
d’un cuore senza inspirazione
è una crudele e meravigliosa verità
Del cammino scritto da Lui a mano

E la solitudine non è un male senza fine
Pure se umanamente ne riusciamo a vederla proprio così
perché non ci sentiamo ancora grandi
per continuare a camminare senza appoggi

Ma nello scontrare con la paura, l’incertezza, è che rimaniamo più soli
abbandonati nelle nostre verità, valori
L’unica opportunità di rifare le scelte senza stimoli
Ed accettare la solitudine come strada verso la Felicità

Si sa che fa male accorgerci che siamo soli
Perché perdersi è tante volte violentare se stesso
Ma, è qui che si rifà le vere scelte
Essendo soli possiamo amare…
soltanto amare.

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