Il mio sposalizio con Te
è promessa che mi costa il sangue
quel’innamoramento stravolgente se ne è andato
ed ora ti trovo in un amore nuovo, maturato.
Quel rapporto di sol sentimento.
Non c’è più, ormai è spento,
e rimane un triste vuoto dentro.
Ma come il divino Sabato
che smette per far spazio alla co-creazione
Mi ritrovo più unito
a quel silenzioso grido
che è kerigma di una nuova relazione
Sorge ormai dall’ombra un misterioso volto scatologico.
Che oltrepassa il mio essere umano, che soffre
E Ti tocco nel nulla, solo, abbandonato.
In questo costruttivo e mortificato atteggiamento,
accade il doloroso partorire di una “nuova vita”,
attesa con incessante angoscia
e che ora si fa visibile, Luce
e che espresso in un privilegiato lamento.